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Il loro esordio è stato un rapido 6-1 6-2 rifilato a Castillon e Vivancos, 63 minuti totali. Da una parte c'è Gemma Triay, dall'altra Marta Ortega: Gemma è rimasta orfana della sua vecchia compagna, Alejandra Salazar, ferma ai box per recuperare da qualche problema fisico, così si è formata la nuova coppia
12 luglio 2023
Tra le nuove coppie che si sono formate negli ultimi tempi, è quella più fresca ed è pure quella più pericolosa, per chiunque abbia ambizioni di successo nel tabellone femminile. A confermarlo, il loro esordio: un rapido 6-1 6-2 rifilato a Castillon e Vivancos, 63 minuti totali. Da una parte c'è Gemma Triay, dall'altra Marta Ortega: è accaduto che Gemma è rimasta orfana della sua vecchia compagna, Alejandra Salazar, ferma ai box per recuperare da qualche problema fisico. Così ha preso il telefono e ha chiamato Marta, che le ha subito detto di sì. “L'iniziativa l'ho presa io – conferma Gemma – perché ritengo che Marta abbia un grande potenziale, da numero 1. Stiamo giocando insieme da tre settimane, il cammino è già positivo ma possiamo migliorare, solo ci vorrà tempo. A Roma arriviamo con buone sensazioni, sperando che vada tutto bene”.
“Tutto sommato – aggiunge Marta – è stato semplice trovarci, in campo. Certo non abbiamo avuto tanto tempo per allenarci, ma stiamo trovando la nostra identità. Da Gemma posso prendere tanto, sotto tanti punti di vista. Poter giocare vicino a una che è stata numero 1 è una grande chance: posso imparare da lei e dal suo staff, anche se dal mio punto di vista avverto una certa pressione. So che a fianco di una campionessa come lei bisogna guardare solo al top. Spero di trovare lungo la strada la migliore versione di me stessa”.
L'attesa si avverte, per tutte. E Gemma, pur con tutta la sua esperienza, non fa eccezione. “Ho ascoltato i miei colleghi uomini e tutti dicevano che questo torneo lo scorso anno era stato il migliore della storia del padel, compresi quelli giocati in Spagna. La sensazione arrivando qui è quella di un evento straordinario: c'è la stessa cura dei dettagli e dell'organizzazione che potrebbe esserci per un torneo di tennis con una maggiore tradizione. Giocare sul Centrale poi è impressionante, persino quando ci alleniamo ed è vuoto. Immagino quando sarà pieno...”.