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Così diversi, così uguali: i due argentini sono di gran lunga la coppia più longeva nel padel professionistico, giocano insieme dal 2014 e nulla sembra in grado di dividerli. Merito dei risultati, ma soprattutto di un percorso comune che li ha visti lasciare insieme l’Argentina da giovanissimi, per poi affermarsi lentamente ad alti livelli
24 maggio 2022
Sono finiti i tempi di Fernando Belasteguin e Juan Martin Diaz, il cui sodalizio sportivo è proseguito per tredici lunghi anni ricchissimi di successi. Nel padel di oggi è raro che le coppie durino più di un paio di stagioni, tre al massimo. Ma un’eccezione c’è anche ad altissimi livelli, ed è quella degli argentini Juan Tello e Federico Chingotto, quinta coppia del ranking mondiale FIP, che giocano insieme dal 2014 e nel circuito professionistico non hanno mai diviso il campo con nessun altro.
Il motivo del loro legame indissolubile è sportivo, visto che sono da tempo in mezzo ai più forti, ma soprattutto umano, grazie a un percorso comune che sei anni fa li ha visti lasciare l’Argentina insieme. Sono arrivati in Spagna da giovanissimi, senza le rispettive famiglie, e nei primi mesi lontano da casa hanno dovuto fare squadra per superare le difficoltà, supportandosi a vicenda. Così, mentre cresceva il loro livello in campo e i risultati diventavano sempre più interessanti, si rafforzava anche un legame ormai fraterno, fra le ragioni del loro successo.
Vedendoli fuori dal campo vien difficile credere che siano atleti professionisti nello stesso sport. Chingotto, classe 1997 da Olavarria (Buenos Aires), è il giocatore di alto livello più basso di statura: arriva a malapena al metro e 70, non esattamente un dettaglio in un padel sempre più fisico. Tello, che ha due anni in più ed è originario di Cordoba, ha invece caratteristiche fisiche in linea con quelle di tutti i top player, ed è uno dei più aggressivi al mondo.
Eppure, dividono il campo perché si completano a vicenda e insieme sono terribilmente efficaci. Chingotto – da destra – è lo specialista della fase difensiva: ci mette gambe veloci, solidità, grande visione di gioco e tantissima energia. Mentre a Tello spettano tutte le palle alte: è in grado di gestirle come pochi, grazie all’esplosività che madre natura gli ha donato (gli è valsa anche il soprannome di “El Gato”, il gatto) ma anche a una mano particolarmente educata.
Secondo molti esperti, compreso il leader del circuito Ale Galan, la coppia Chingotto/Tello ha potenzialità da numero uno del ranking. La continuità c’è, devono solo cercare di migliorare ancora: Chingotto nella fase offensiva, Tello in quella difensiva, così da dare ancora meno riferimenti agli avversari. Semifinalisti a Doha nel primo Major di Premier Padel, dove si sono arresi solo a Galan e Lebron, ci riprovano sulla Grand Stand Arena del Foro Italico con tanta voglia di ritagliarsi un posto in prima fila della nuova era del padel internazionale.
Ad agosto Premier Padel li riporterà anche in Argentina, nella loro terra natia, là dove Chingotto ha investito una parte dei proventi della sua attività per creare “Chingoland”, un impianto da tre campi gestito dai suoi genitori. L’obiettivo? Diffondere lo sport che l’ha reso famoso, ma anche a offrire a tanti ragazzi di Olavarria la possibilità di praticare il padel in un ambiente di qualità, all’altezza di ambizioni professionistiche. Quello che lui, in passato, non sempre ha avuto a disposizione.