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Belasteguin si allena al Foro: è… Belissimo

Il leggendario argentino che ha dominato la classifica per 15 stagioni consecutive è ancora una superstar 44 anni. Semifinalista lo scorso anno Bela torna a Roma con un nuovo compagno (Miguel Yanguas) ed è ancora uno da battere: gioca facile e non perde mai il sorriso

di | 11 luglio 2023

Fernando Belasteguin è nato a Pehuajo (Buenos Aires) il 19 maggio 1979

Fernando Belasteguin è nato a Pehuajo (Buenos Aires) il 19 maggio 1979

Se il programma di giornata prevede alle 17.30 l’allenamento del numero 1 dei numeri 1 è difficile non considerarlo l’evento del giorno. Anche se a quell’ora il sole morde ancora crudelissimo come perdere l’occasione di vedere da vicino in azione un campione capace di comandare la classifica mondiale per 15 anni consecutivi (15!)?

Lui, Fernando Belasteguin è un signore che ha da poco compiuto 44 anni, con occhi che sorridono come quelli di un ragazzino quando è nei dintorni di una gabbia di vetro con la rete in mezzo.

E dunque non stupisce che nonostante i 36 gradi (all’ombra), alle 17.28 sia già in campo, su quel campo n.5 del Foro Italico che piace tanto a Rafael Nadal e Novak Djokovic, il terreno prescelto anche da loro per la routine del training quotidiano.

E’ addirittura arrivato 10 minuti prima. La maglia c’è l’ha già bagnata sulla schiena perché uno dei due grandi ventilatori a bordo campo gli ha nebulizzato l’acqua addosso nell’attesa.

Si avvicina a quel suo ambiente naturale, la gabbia di vetro, con il berrettino bianco in testa, dopo aver personalmente riempito la borraccia di acqua fresca. Scarpe rosse e tre racchette rosse con il grip bianco che si arrampica fino al cuore: la Wilson gliele ha fatte apposta così le sue ‘palete’, del suo coloro preferito, con l’autografo “Bela”.

Divide il campo con due ragazze e il suo compagno Miguel ‘Mike’ Yanguas. Lui si scalda (?!?) nel quadrante di sinistra, quello che presidia nei match. Fa cose normali: diritti, rovesci, volée. Tutto semplice perché per lui tutto è semplice. Dopo quattro minuti cambia la racchetta, prova la seconda del suo tris.

Se non sai chi è non vedi subito una differenza. Noti la fluidità, la naturalezza, la confidenza con il campo e la palla che è come la tua con la tazzina e il caffè quando ci giri dentro il cucchiaino. Però non fa niente di speciale se non essere lì a palleggiare provando i soliti schemi, i soliti angoli, le solite pareti degli ultimi 30 anni da professionista, con l’attenzione dei primi giorni nel circuito. D’altra parte come fa a non essere speciale uno che ha dominato il mondo avendo come colpo migliore il pallonetto (in gergo detto ‘globo’)?

Bela, Paquito, Chingotto: i big in allenamento a Roma

È come lo guardano gli altri che fa la differenza. Le ragazze della metà campo accanto sono chiaramente in soggezione: lo sguardo si accende e il sorriso si spalanca quando Bela le saluta perché devono cedere lo spazio agli spagnoli Rafa Mendez e Toni Bueno, la coppia scelta per provare gli schemi di partita.

Quindi scalda lo smash provando sempre a fare due sponde (pardon, due pareti…). Dopo un quarto d’ora testa la terza racchetta e inizia un set di allenamento. Quanti ne avrà fatti nella vita uno che ha vinto 230 tornei e giocato 286 finali? Uno che ha vinto 22 tornei consecutivi (tra il 2005 e il 2007)? Impossibile contarli ma questo è il primo nel torneo più ricco della storia. Qualcosa di nuovo persino per lui. Per noi vederlo sul campo è… Belissimo.

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